In questi giorni ho ripensato ad alcuni episodi e personaggi della mia infanzia e al ruolo che possono aver assunto nel mio precoce e appassionato investimento nello studio e, più in generale, nella formazione.
La mia nonna analfabeta mi ha certamente avviato e appassionato ai racconti della tradizione orale: il tempo della narrazione era squisitamente un tempo di relazione – ricco e denso di significati e memorie – di inestimabile valore.
Ricordo anche la X che apponeva ai suoi documenti, in quanto analfabeta. Quella semplice croce, precisa ed inequivocabile nel suo significato, è rimasta nei miei ricordi con sfumature ambivalenti: aveva qualcosa di misterioso e affascinante ai miei occhi, quasi un messaggio criptico da decifrare, ma contemporaneamente era chiaramente percepibile il senso dello svantaggio sociale. È la stessa nonna a cui, anni dopo, quando facevo le scuole elementari, insegnavo a fare la sua firma …
Penso che queste esperienze abbiano in parte stimolato l’interesse per la formazione umana e motivato a credere che tutti avessero la dignità di essere formati e un potenziale da poter sviluppare. Non posso fare a meno di pensare a Paulo Freire e alla sua straordinaria attività di alfabetizzazione tra i campesinos del Brasile. Acquisire l’alfabeto è un processo che non si riduce alla semplice utilizzo di uno strumento linguistico, ma è innanzitutto un processo di coscientizzazione: la parola libera la coscienza critica e sviluppa l’autonomia di pensiero.
Il tema dell’alfabetizzazione è oggi particolarmente attuale, anche nelle moderne società industrializzate. Si parla di nuovi analfabetismi, analfabetismo di ritorno o analfabetismo funzionale. Emerge una preoccupazione diffusa per un’incapacità di utilizzare pienamente la conoscenza nella vita quotidiana, soprattutto in società complesse come quelle attuali dove le richieste formative cambiano velocemente ed è necessaria un’ampia flessibilità per adattarsi efficacemente ai contesti di vita e di lavoro. I nuovi analfabetismi rimandano più in generale all’effettiva capacità delle persone di accedere alle fonti del sapere, acquisire e padroneggiare gli strumenti della conoscenza, sviluppare consapevolezza critica nell’incessante flusso di informazioni in cui siamo immersi.
Pertanto, non c’è altra soluzione che formarsi, sempre e per tutta la vita, per orientarsi consapevolmente nella realtà attuale.
Agli insegnanti, educatori e formatori, il compito – non certo semplice – di motivare l’apprendimento. Perché come dice Sepulveda ne “La Gabbianella e il Gatto”: “Vola solo chi osa farlo”.
Ma qualcuno ha bisogno di una mano*.
Buongiorno Antonella,
grazie per il suo pensiero e per lo slancio con cui l’ha scritto.
Col mio lavoro quotidiano di “promotrice” e messaggera della lettura dei quotidiani ho proprio la sfida continua di appassionare i ragazzi a imparare.. sulle pagine del giornale e oltre.
Dunque invito tutti il 23 aprile a farsi messaggeri della lettura per la campagna nazionale “Io leggo perchè” e a proporre libri e articoli ad amici e conoscenti… è una goccia nel mare ma perchè non provarci? Buona lettura a tutti, se volete darmi vostri suggerimenti la mia mail è nasini@ilsecoloxix.it, Alessandra
Gentile Antonella,
l’umanità e la tensione professionale del suo articolo
mi hanno emozionato
grazie
ab