Con un po’ di ritardo rispetto all’uscita cinematografica, ho visto Coco. È stato detto che questo film affronta per i bambini il tema della morte, ma non mi sembra l’argomento protagonista. Tra l’altro il mondo dei defunti altro non è che una trasposizione della vita sulla terra, dove i morti mantengono la stessa organizzazione sociale precedente, oltre che i tratti caratteriali, in termini di vizi e virtù. Unico elemento che ci ricorda l’interruzione della vita reale, presente in moltissime culture, è il pericolo che il defunto sia dimenticato dai vivi, pertanto è necessario riattualizzare il ricordo attraverso rituali.
Il film parla in realtà di un tema molto complesso, ossia la trasmissione intergenerazionale dei conflitti familiari. Un bambino, ultimo anello di una catena generazionale compatta e solida per principi e valori, è chiamato in causa per risolvere i conflitti e i problemi che appartengono alla storia dei suoi predecessori e la cui irrisolutezza però condiziona la possibilità del bambino di progettare il proprio futuro.
Il fulcro del problema è quindi il conflitto tra l’appartenenza alla tradizione familiare e la libertà di autorealizzazione, che nel film è reso perfettamente con una metafora tipicamente fiabesca: la musica (è il sogno, l’aspirazione, il futuro) versus il mestiere di calzolaio (le scarpe rappresentano il passato, l’attaccamento al suolo, il realismo).
Gli adulti del film sono per lo più indisponenti, capricciosi, egoisti, incapaci di comunicare. Il bambino è chiamato a realizzare questo ritorno nel passato per affrontare i nodi irrisolti della propria costellazione familiare e riaprire la comunicazione. Insomma, abbiamo degli adulti – bambini (egocentrici e autocentrati) e un bambino che si fa adulto e fa parlare le generazioni per progettare il proprio futuro.
Un messaggio controverso, seppur attuale, che vale la pena di considerare con serietà.
*Per ogni approfondimento:
Antonella Bastone (2019), A lezione con i film d’animazione. Quando il cartone animato incontra la pedagogia, Gruppo Editoriale L’Espresso