A maggio del 1967 il premio Nobel Gabriel Garcia Marquez pubblicava “Cent’anni di solitudine”, considerato una delle opere letterarie più significative del Novecento, espressione di quella pienezza culturale che solo le grandi opere sanno procurare, quelle capaci di attraversare il tempo senza invecchiare. Sono opere che continuano ad affiorare a distanza di anni e generazioni, assumendo formati narrativi diversi e contaminandosi con generi contemporanei, ma mantenendo un legame indissolubile con quel nucleo di temi e significati da cui originano.
Possono produrre esiti anche molto diversi, allontanarsi significativamente dai messaggi iniziali, ma sempre il lettore attento riconosce quell’atmosfera narrativa che fa da cornice alla trama e che tanto ha nutrito mente e sentimenti. Continua a leggere Il realismo magico di Marquez e Disney: affinità e divergenze tra i Madrigal di Encanto e i Buendia di Macondo