Ebbene sì, anche la presentazione di sé può essere considerata un’arte o, per lo meno, si possono adottare anche strategie creative di presentazione. Gli esperti di selezione del personale sanno perfettamente che un buon colloquio di lavoro non si improvvisa e che un candidato attento mette in atto molte pratiche per giungere al momento di valutazione con una presentazione di sé ragionata, argomentata e contestualizzata.
Tuttavia, la capacità di narrarsi può non essere per tutti così scontata: può essere utile sperimentare tecniche e metodi differenziati per scardinare alcune resistenze personali, sviluppare un vocabolario personale sulle competenze e apprendimenti acquisiti, gestire la componente emotiva.
Ho sperimentato molte volte, con beneficio e gradimento generalmente condivisi, mappe creative per la presentazione di sé, di cui ho riportato qui un’immagine in fotografia. Ho già parlato in altre sedi dei vantaggi delle mappe cognitive (vedi il mio articolo “Come nasce una lezione”) e dell’arte (vedi il mio articolo “L’arte in aula”) in ambito formativo. Ho così sperimentato e apprezzato il felice incontro di questi due canali comunicativi.
Certo, per qualcuno la mappa creativa di sé è un compito difficile: il foglio bianco può suscitare perplessità, diffidenza, resistenza; può produrre scompenso emotivo o semplicemente il canale creativo-artistico non è quello che meglio asseconda il proprio modo di ragionare e processare le informazioni.
Ad ogni modo, la mappa creativa di sé unisce i vantaggi delle tecniche di mapping (connessione gerarchica – associativa degli argomenti, condensazione di significati) a quelle artistiche (evocazione, riflessione, introspezione, comunicazione simbolica, pensiero divergente). Insomma, un buon metodo per far collaborare pensiero logico e pensiero narrativo!