Il Piccolo Principe è una storia per adulti, nonostante venga generalmente inserita tra le pubblicazioni per l’infanzia. Spesso i bambini ne restano sconcertati perché è un romanzo che parla del disincanto del mondo adulto, attraversato da una profonda desolazione, da una malinconia costante che si chiude con un finale destinato a lasciare un’inevitabile inquietudine (il piccolo protagonista che si dona liberamente alla morte).
E allora, se si tratta di una storia per adulti, possiamo proprio trattarla come tale, approfittando delle sue metafore per parlare di filosofia, in particolare di Buber, del suo principio dialogico e delle ricadute pedagogiche che ne conseguono.
Per Buber “la solitudine è la condizione perché l’uomo si ponga il problema dell’uomo”. La storia del Piccolo Principe è innanzitutto un viaggio tra molteplici solitudini: tutti i personaggi sono profondamente soli, a partire dallo stesso protagonista, il narratore e, a seguire, tutti i personaggi incontrati. Anche quando arriva sulla Terra, il Piccolo Principe atterra proprio nel deserto! Chiaro emblema della condizione di solitudine umana.
Tornando a Buber, solo nella relazione autentica con l’altro (principio dialogico) l’uomo ritrova se stesso e supera la solitudine. Ma l’altro può essere percepito semplicemente come un oggetto (rapporto io-esso). L’io, esclusivamente centrato su se stesso, è incapace di relazionarsi con l’altro. E ciò che succede a tutti i personaggi incontrati dal Piccolo Principe che cercano e usano l’altro come un oggetto in funzione di se stessi: il re cerca sudditi, il vanitoso cerca ammiratori, l’ubriacone beve per dimenticare la vergogna di bere (in questo caso l’autocommiserazione reifica anche se stessi), ma l’apoteosi si raggiunge con l’uomo d’affari che spende il proprio tempo a conteggiare le stelle: “Quelle piccole cose dorate che fanno fantasticare i poltroni. Ma sono un uomo d’affari serio, io! Non ho il tempo di fantasticare”. Qui non c’è spazio per la fantasia, per le emozioni, per l’umanità.
Per fortuna il Piccolo Principe incontra la Volpe che, nel ben noto passaggio sulle regole dell’addomesticamento, ci illumina su una seconda possibilità di incontro con l’altro, ossia la relazione dialogica (io-tu). Le regole sono molto semplici: creare legami, avere pazienza, stabilire riti, sviluppare responsabilità. Ecco elencate, riga dopo riga quasi come un decalogo, i principi per la costruzione di una relazione autentica.
*Per ogni approfondimento sul tema:
Antonella Bastone (2019), A lezione con i film d’animazione. Quando il cartone animato incontra la pedagogia, Gruppo Editoriale L’Espresso