A fronte dell’attiva ricerca di lavoro in cui oggi persone di ogni età si impegnano, spesso ci si imbatte nella questione del formato del curriculum vitae più adatto. Si tratta di un dibattito certamente aperto, su cui anche i professionisti delle Risorse Umane potrebbero non concordare. Nei miei percorsi di orientamento al lavoro e bilancio di competenze, cerco soprattutto di illustrare i vantaggi e i vincoli di ognuno, al fine che si possa individuare il formato in cui ci si sente più a proprio agio per descrivere il proprio percorso.
Se il formato europeo consente una prevedibilità dell’ordine e della struttura logica delle informazioni, utile sia per il candidato che per il selezionatore, dall’altra parte non spicca certo per originalità. I formati personalizzati, anche su modelli infografici (alcuni predefiniti e scaricabili dal web), permettono di sintetizzare più agilmente le informazioni e di personalizzarle graficamente.
Tuttavia, aldilà del formato scelto, l’elemento essenziale resta la capacità del soggetto di valorizzare e rendere interessante il proprio percorso formativo e professionale agli occhi di chi potrebbe riceverlo. A questo proposito, un utile contributo è la lettera di presentazione – curriculum realizzata da Leonardo da Vinci nel lontano 1482 quando, allora trentenne, decise di presentarsi alla corte di Ludovico il Moro, anticipando la propria candidatura con un elaborato, stilato in 12 punti essenziali. La lettera, aldilà delle singole competenze descritte, rappresenta un ottimo (e lungimirante) esempio di self- marketing. Perché?
Innanzitutto per l’abilità di descrivere se stesso in termini di competenze, come anticipato fin dall’inizio: “Le cose che sono in grado di fare sono elencate, anche se brevemente, qui di seguito (ma sono capace di fare molto di più, a seconda delle esigenze)”. Non è un’abilità così scontata, se consideriamo tutte le volte in cui un candidato si presenta semplicemente facendo un elenco delle esperienze avute. Ricordiamo, una competenza è “un insieme di risorse soggettive e oggettive che un soggetto può mobilitare per affrontare una situazione con successo”. Insomma occorre imparare ad argomentare le esperienze avute in termini di competenze acquisite, di abilità nel realizzare qualche cosa (Cosa ho imparato? Cosa mi sono portato a casa da quell’esperienza?”).
Leonardo da Vinci ad esempio dice di sé: “So realizzare opere scultoree in marmo, bronzo e terracotta, e opere pittoriche di qualsiasi tipo”. Ma è abilissimo anche ad anticipare quello di cui il committente potrà fruire se gli darà una possibilità: “Potrò eseguire il monumento equestre in bronzo che in eterno celebrerà la memoria di Vostro padre e della nobile casata degli Sforza”.
Non manca certo di convinzione, autostima e fiducia, quando conclude dicendo: “Se le cose che ho promesso di fare sembrano impossibili e irrealizzabili, sono disposto a fornirne una sperimentazione in qualunque luogo voglia Vostra Eccellenza, a cui umilmente mi raccomando”. Insomma, una bella conferma del desiderio di mettersi alla prova e dimostrare il proprio valore.