Da piccola, della scatola dei pastelli Giotto, i miei preferiti erano il Blu di Prussia, il Verde di Prussia e il Blu Oltremare. Il loro nome era una promessa di incanto, esotismo e avventura. Disegnare e colorare con quelle tinte era come sfumare i chilometri che mi separavano dalle terre misteriose che avevo immaginato tra le pagine e le illustrazioni delle novelle orientali.
In quegli stessi anni, i libri di Jules Verne e gli altri grandi romanzi d’avventura si consumavano sotto i miei occhi e le mie mani. Mi ero fatta anche regalare una lampada mappamondo, un oggetto piuttosto in voga in quegli anni: lo accendevo e al buio percorrevo con le dita le montagne in rilievo, i fiumi, i mari, ma ciò che mi incantava di più erano le piccole isole spruzzate negli oceani.
Durante le scuole medie, ho cominciato la fase di corrispondenze con amiche di penna europee ed extraeuropee. Si chiamavano Monika dall’Ungheria, Olga dalla Russia, Malika dalla Tunisia, oltre a quelle italiane. Alcune corrispondenze sono durate molti anni. Innegabile il fascino che scaturiva dai quei momenti: l’attesa della risposta, la sorpresa sempre nuova della lettera nella buca, il decifrarne i dettagli (il francobollo, il timbro postale, la calligrafia a cui abbinavo un volto, una personalità), la cura meticolosa nello scegliere carta da lettere, immagini e parole. Perché? Anche quella era una promessa di viaggio, una fantasia che si alimentava di pagina in pagina e che reclamava di essere concretizzata.
Sempre in quegli anni ho iniziato a collezionare cartoline provenienti da tutto il mondo, le selezionavo e compravo nei mercatini delle pulci. Di nuovo, i francobolli erano come una finestra aperta sul mondo che aspettava di essere esplorato. C’erano indirizzi e nomi di destinatari che forse non esistevano più, ma erano sufficienti per appropriarsi indirettamente di tutto il fascio di emozioni del viaggio (emozioni preparatorie, di realizzazione e di sedimentazione) che qualcuno aveva vissuto in qualche parte del mondo.
Oggi ho realizzato diverse tappe e molte molte altre aspettano sulla lista degli itinerari da compiere. Ho nell’armadio una scratch map su cui rappresentare gli obiettivi raggiunti. Ma …quando mi sposto, per vacanza o per lavoro, la sensazione è la stessa di quando ero bambina: finché mi muovo, incontro e imparo sto andando nella direzione giusta.