La canzone del mare: cosa può ancora insegnarci l’immaginario fantastico irlandese?

Il film La canzone del mare (2014) è un’incantevole fiaba che recupera l’immaginario fantastico irlandese e lo sviluppa al punto da affrontare questioni evolutive particolarmente attuali, come la rivalità fraterna e la gestione delle emozioni.

Dell’antico immaginario del Nord, ritroviamo innanzitutto le protagoniste femminili: le Selkie, creature mitologiche irlandesi, caratterizzate da una natura duplice. Esse vivono nel mare con aspetto di foche, ma possono rimuovere il manto e assumere aspetto umano sulla terra. La Selkie rappresenta la complessità della natura femminile – metà umana metà creatura magica – ed è il collegamento necessario fra mondo reale e il cosiddetto “altro mondo”. Continua a leggere La canzone del mare: cosa può ancora insegnarci l’immaginario fantastico irlandese?

L’immaginario di Chagall, tra fiaba e arte

Addentrarsi alla scoperta delle opere di Chagall è un’esperienza fiabesca. Non solo per l’impegno diretto dell’artista in questo settore (nel 1927 fu incaricato di illustrare le Favole di La Fontaine), ma per l’immaginario che scaturisce da tutta la sua produzione artistica, in cui si ritrova una compenetrazione di simboli, immagini e icone caratteristici anche del linguaggio fiabesco.

Le tele si popolano di piccoli personaggi (artisti, violinisti, amanti e animali) che si librano su sfondi morbidi e colori palpabili, sospesi in una dimensione onirica, priva di precisi confini temporali. Come nel sogno, nel ricordo e nelle fiabe, non c’è una regola precisa con cui le immagini si presentano: esse sbocciano naturalmente dall’immaginario dell’artista, con la forza evocativa dal linguaggio inconscio e simbolico.

Continua a leggere L’immaginario di Chagall, tra fiaba e arte

Mi leggi una storia?

La sensibilizzazione precoce alla lettura è un tema di grande attualità, i cui vantaggi a livello psicologico, educativo, cognitivo e sociale sono stati evidenziati da numerose ricerche. Spesso, nelle mie attività di consulenza e formazione, mi viene domandato come stimolare l’interesse precoce per la lettura, soprattutto in tempi come quelli attuali, dominati dal trionfo delle nuove tecnologie. Proverò a riassumere in pochi punti gli elementi a mio avviso fondamentali per rispondere a queste due domande: perché e come la lettura precoce? Continua a leggere Mi leggi una storia?

Il GGG di Roald Dahl: la paura può essere anche un gigante buono

Per me il nome di Roald Dahl si associa ad una precisa immagine: lo scaffale della biblioteca di paese della mia infanzia, dove stavano riposti i libri dell’autore che prendevo ripetutamente in prestito e di cui ricordo soprattutto le pagine consumate dalle mani di tanti bambini. 

Del GGG ho visto il film recentemente e mi vengono in mente alcune osservazioni che credo valga la pena di condividere, soprattutto quando la cosiddetta letteratura per l’infanzia (spesso svalutata o faticosamente accreditata al livello di “letteratura seria”) è in grado di darci dei suggerimenti così chiari che difficilmente potremmo spiegare in maniera più diretta. Continua a leggere Il GGG di Roald Dahl: la paura può essere anche un gigante buono

Parole che nutrono

Le storie nutrono. 

Libri, romanzi, racconti, fiabe soddisfano un bisogno primario che non è così lontano da quello nutritivo. Si potrebbe dire, due forme di oralità che rispondono ad esigenze di sopravvivenza comuni, seppur apparentemente diverse. Quante volte ascoltando o leggendo una storia usiamo termini legati all’alimentazione? Una storia si divora, si assaggia poco alla volta, si assapora, si gusta fino in fondo o magari ci lascia con l’amaro in bocca.  Continua a leggere Parole che nutrono

L’amore delle tre melagrane: quando la passione incontra la purezza

Può la passione coniugarsi con la purezza? L’eros con l’innocenza? Il rosso con il bianco? Melagrana

Nella fiaba abruzzese “L’amore delle tre melagrane” raccolta da Calvino, anche nota guarda caso con il titolo “Bianca come il latte rossa come il sangue”, sembrerebbe proprio di sì. Non solo: la fiaba ci parla dell’Eros come generatore di vita. È una fiaba ricchissima di simbologie legate ai colori, ai frutti, ai cosiddetti simboli metabletici.

Un figlio di re, tagliando la ricotta, si ferisce a un dito e una goccia di sangue finisce sulla ricotta (per rimanere sul piano metaforico, si tratta di una fecondazione simbolica: il rosso del sangue incontra il bianco della ricotta). Il bianco rappresenta simbolicamente la purezza e l’innocenza, mentre il rosso è il colore della passione erotica e delle emozioni forti. Di fronte a questa immagine, il principe dice: “Mamma, vorrei una donna bianca come il latte e rossa come il sangue”. Ma la madre e altri personaggi che incontra nella sua ricerca sono perentori: “Chi è bianca non è rossa, e chi è rossa non è bianca”. A buon intenditor poche parole, insomma. Purezza e passione sono inconciliabili. Continua a leggere L’amore delle tre melagrane: quando la passione incontra la purezza

CENERENTOLA…. quel legame eterno con la madre perduta

CenerentolaEbbene, ho visto il film di Cenerentola. Avevo visto anche il film animazione di molto tempo fa. E non posso fare altro che confermare la mia predilezione per le fiabe nella loro versione tradizionale e dispiacermi delle mancanze riscontrabili nelle versioni cinematografiche *.

La fiaba di Cenerentola, tra le più note in assoluto, presente in contesti culturali molto diversi, è una fiaba che parla di molte cose, come è stato ben esplicitato da esperti del settore (vedi Bettelheim a questo proposito). È una fiaba che parla dell’adolescenza e delle fatiche della crescita, delle prove per raggiungere l’autonomia, delle rivalità fraterne, dell’effimero ruolo dell’immagine esteriore per potersi affermare nella vita.

Ma è anche una fiaba che parla del legame indissolubile con la figura materna, anche quando essa non c’è più. È questo è il punto più debole delle versioni cinematografiche (ispirate alla versione di Perrault). Continua a leggere CENERENTOLA…. quel legame eterno con la madre perduta

Frozen: da figlia diversa a donna moderna

Aldilà dell’incredibile fenomeno commerciale, la storia di “Frozen: il regno di ghiaccio” merita alcune riflessioni educative, anche in virtù di alcuni elementi di novità che emergono e che si allontanano dai topos delle fiabe tradizionali. Elsa frozen

Elsa, la protagonista della storia, è innanzitutto una bambina diversa, una figlia diversa. La incontriamo all’inizio del film dotata di un curioso potere, solo apparentemente affascinante, ma che si rivelerà profondamente invalidante. L’origine della sua diversità sta nella difficoltà a gestire le emozioni (per intenderci, competenza emotiva): le folate di ghiaccio e neve che produce sono infatti conseguenza di emozioni forti che non riesce a controllare e che, oltre ad evidenti potenzialità ludiche, sono responsabili anche di pericolosi effetti distruttivi.  Continua a leggere Frozen: da figlia diversa a donna moderna

This site is protected by Comment SPAM Wiper.
error: CONTENUTO PROMETTO!!