Ma l’adolescenza non era una fase di passaggio?

BratzLeggo la definizione di adolescenza: “Fase della crescita dell’essere umano collocabile tra i 12-14 e i 18-20 anni, caratterizzata da una serie di modificazioni fisiche e psicologiche che introducono all’età adulta”.

Anche l’etimologia del termine (dal latino adolescere, ossia crescere) rimanda al concetto di transizione tra due fasi di vita.Ma di certo la definizione tradizionale non corrisponde affatto alla fenomenologia attuale dello sviluppo umano. Quando in aula chiedo semplicemente: quando finisce l’adolescenza? Gli sguardi smarriti e disorientati confermano l’attuale difficoltà a identificare con precisione l’acquisizione della maturità. Continua a leggere Ma l’adolescenza non era una fase di passaggio?

“Ti regalo un disegno!”

Escher - Mani che disegnano

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Disegno di Beatrice – 5 anni

Ti regalo un disegno!”. Quante volte osserviamo questo comportamento da parte di un bambino? Certamente moltissime volte, possiamo essere testimoni, diretti o indiretti, di questo bellissimo atto di gratuità affettiva. Soprattutto se il bambino è in età prescolare, regala disegni a molte persone importanti della sua rete sociale: ovviamente i genitori, i nonni, gli amici del cuore, ma anche le maestre e gli insegnanti sportivi.

Non voglio soffermarmi qui sulle valenze cognitive della produzione grafiche. Piaget ne ha abbondantemente parlato nei suoi saggi, evidenziando come il disegno del bambino possa essere prova del suo livello cognitivo, oltre che delle sue strutture mentali. E neppure voglio parlare delle componenti emotivo-affettive e dei significati simbolici che possono essere letti nel disegno del bambino, su cui l’interpretazione psicoanalitica ha speso molte riflessioni, da McKlein ad Anna Freud.

Vorrei parlare invece di un aspetto spesso trascurato della produzione grafica del bambino, che è appunto l’atto del donare il disegno, nel senso antropologico del termine. Continua a leggere “Ti regalo un disegno!”

La crisi dell’identità di genere: educhiamo uomini e donne al realismo

La rivoluzione del pensiero che ha investito i paesi occidentali negli ultimi decenni ha lasciato in eredità anche una nuova definizione dei ruoli di genere: uomini e donne hanno iniziato a ripensare ai propri ruoli sociali e certamente questo percorso è ancora in evoluzione. Adamo e Eva - Tamara de Lempicka

Per le donne, soprattutto in seguito al movimento femminista, si sono schiuse nuove possibilità di carriera, anche in settori professionali e sociali prima esclusivamente riservati al genere maschile che hanno richiesto di conseguenza di assumere un ruolo più indipendente e competitivo sulla scena sociale. Da custodi dell’economia domestica e delle funzioni affettive, a protagoniste attive della propria vita.

In realtà non è così semplice: non abbiamo semplicemente sostituito il vecchio modello di identità femminile con il nuovo, ma piuttosto e’ avvenuta una giustapposizione. Continua a leggere La crisi dell’identità di genere: educhiamo uomini e donne al realismo

MANGIARE COME… AMARE, COMUNICARE, STARE INSIEME

Quando si parla di cibo non si può dimenticare la natura profondamente relazionale dell’alimentazione. Fin dall’antichità e in tutte le culture del mondo il cibo non è mai stato considerato esclusivamente in una prospettiva nutrizionale, cioè come semplice strumento di sopravvivenza.

Al contrario, al cibo si ricollegano complessi significati simbolici, valori ed ideologie elaborate. Basti pensare a come il cibo si presenti nelle diverse religioni, sotto forma di simbolo ritualizzato nelle cerimonie, o nelle fiabe e nelle festività Continua a leggere MANGIARE COME… AMARE, COMUNICARE, STARE INSIEME

Comunicazione e oralità di ritorno: bambini e adulti di fronte ai cambiamenti del linguaggio

downloadLa fase che stiamo vivendo è stata definita da molti “oralità di ritorno”: il libro, o meglio, il testo scritto non è più lo strumento principale per la diffusione e la condivisione del sapere e delle informazioni. I nuovi media, caratterizzati da una riaffermazione della parola parlata, non solo stanno gradualmente sostituendo la parola scritta e stampata, ma stanno modificando strutture profonde della nostra mente. Continua a leggere Comunicazione e oralità di ritorno: bambini e adulti di fronte ai cambiamenti del linguaggio

La scatola dei tesori

scatola di BeatriceHo constatato che a diversi bambini piace moltissimo un gioco semplice e versatile che amo chiamare la scatola dei tesori: si tratta semplicemente di una scatola contenente una grande quantità di oggetti e materiali dalle svariate funzioni, mescolati in maniera caotica e imprevedibile (scatoline, mollette, pupazzetti, piccoli oggetti di recupero). Molti bambini possiedono una propria scatola dei tesori a casa, molte educatrici dei servizi per l’infanzia provvedono a costruirne una e, quando viene proposta al gruppo dei bambini, suscita sempre uno slancio di entusiasmo e interesse. La scatola appare come uno scrigno magico da cui scaturisce un materiale imprevedibile capace di attirare bambini di età diverse: i più piccoli, intorno ai due anni, lo utilizzano semplicemente in maniera esplorativa o per soddisfare un’esigenza tipica di quell’età che è il gioco di travaso da un contenitore all’altro. I più grandi, già sensibili al fascino del gioco simbolico, possono dare sfogo a scenari sempre diversi. Continua a leggere La scatola dei tesori

I BAMBINI SONO FILOSOFI

I bambini sono piccoli filosofi, perché hanno la capacità di meravigliarsi e mantenere costantemente attiva la curiosità verso il mondo.
Questo innato desiderio di conoscenza (ricordate? Filosofia significa letteralmente “amore per il sapere’) si manifesta prestissimo nello sviluppo. A partire dai primi mesi, quando il bambino divora il mondo con lo sguardo, o quando intorno ai 10 mesi inizia a puntare il ditino attirando l’attenzione dell’adulto su ciò gli interessa e intende decifrare. Questo semplice gesto (in termini tecnici pointing) consente di condividere l’attenzione dell’adulto e avere un sostegno nel decifrare la misteriosa mappa del mondo.
Per non parlare poi di cosa succede con lo sviluppo del linguaggio… La curiosità del bambino ben si manifesta attraverso la domanda continuamente posta alla realtà: “perché“?
Il filosofo ha proprio questa attitudine in comune con i bambini: la curiosità verso il mondo, il desiderio di capire quali meccanismi e fenomeni sottostanno alla natura. In genere, all’adulto, ahimè, resta il disincanto…per questo a volte è disturbato dalla catena infinita di “perché” del bambino: è costretto a fermarsi, interrogarsi, scomporre i propri equilibri consolidati. L’adulto dà il mondo per scontato e l’abituazione purtroppo fa perdere il senso della meraviglia.
Per dirla con Jostein Gaarder. “L’unica cosa di cui abbiamo bisogno per diventare buoni filosofi è la capacità di stupirci (…). Nel nostro animo noi intuiamo che la vita è un mistero. E questa è una sensazione che abbiamo provato una volta, molto tempo prima che imparassimo a pensarci” (da “Il mondo di Sofia”).

 

CONNESSI, EPPUR LONTANI: INDIVIDUI, GENITORI E FAMIGLIE NELLE SOCIETA’ COMPLESSE

Hervé-TulletLe famiglie di oggi si trovano ad affrontare nuove sfide, dettate dalle condizioni e dalle aspettative che le moderne società complesse pongono all’essere umano. Nelle società tradizionali, l’orologio sociale scandiva in tempi prevedibili e rassicuranti gli appuntamenti della vita: il tempo per la formazione, il matrimonio, la genitorialità erano tappe prevedibili che seguivano percorsi piuttosto uniformi nelle vite delle persone e rappresentavano aspettative sociali condivise.

Nelle società complesse i tradizionali sistemi di significato appaiono superati e quelli nuovi cambiano velocemente. La spinta alla libertà individuale, particolarmente forte nelle attuali società industrializzate, può rendere complicato lo sviluppo personale: la maturità professionale, la stabilizzazione della coppia coniugale e la genitorialità non sono più tappe tanto vincolanti, ma passaggi possibili e spesso reinterpretabili nella vita dell’individuo (Bastone A., 2014)[1]. Continua a leggere CONNESSI, EPPUR LONTANI: INDIVIDUI, GENITORI E FAMIGLIE NELLE SOCIETA’ COMPLESSE

Giochi da maschi, giochi da femmina…o semplicemente giochi?

Una raHervé Tulletpida occhiata ai reparti di giocattoli di un qualsiasi supermercato o alla suddivisione degli spazi gioco di un servizio per l’infanzia suggerisce una ripartizione di genere che per molti bambini, soprattutto nella prima infanzia, è irrilevante o addirittura frustrante.
Continua a leggere Giochi da maschi, giochi da femmina…o semplicemente giochi?

La fatina dei ciucci e altri amici che aiutano a crescere. Ovvero, comunicare a misura di bambino

Disegno di Beatrice - 3 anniLa vita di un bambino può essere molto difficile. Crescere, infatti, non è solo un’avventura meravigliosa, ma un percorso che può essere costellato da sfide e difficoltà non semplici da superare.

Come può l’adulto aiutare il bambino ad affrontare serenamente alcune inevitabili tappe di sviluppo verso l’autonomia? Continua a leggere La fatina dei ciucci e altri amici che aiutano a crescere. Ovvero, comunicare a misura di bambino

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